Alchechengi: cistite? No, grazie!

Alchechengi: cistite? No, grazie!

Sicuramente lo conoscete tutti: l’alchechengi (Physalis alkekengi) si fa notare per il vistoso involucro pergamenaceo arancione brillante che avvolge il frutto, da fine luglio sino all’autunno, che gli ha regalato anche il nome comune di “lanterne rosse”, vista la somiglianza con le lampade cinesi. E i frutti lo rendono anche eccezionalmente decorativo, in giardino, nell’orto ma anche in vaso su balconi e terrazzi: cercatelo nel vostro Centro di Giardinaggio in questo periodo, non ve ne pentirete!

Assolutamente inconfondibile
Pianta erbacea perenne, l'alchechengi ha un fusto eretto ed esile, alto al massimo 110 cm e foglie ovali-lanceolate e appuntite. Sono graziosi anche i fiori, piccoli e bianco-giallini, solitari alle ascelle fogliari tra maggio e luglio: da essi si sviluppa in estate l'appariscente frutto. Dopo la fecondazione, il calice fiorale persistente si ingrossa fino a una lunghezza di 5-7 cm: si gonfia assumendo l'aspetto di un palloncino di carta pergamena, e cambia colore, passando dal verde iniziale al rosso acceso dell'autunno.
La livrea rossa racchiude un cuore dolce e succoso, una bacca del diametro di 1 cm. Se il frutto rimane sulla pianta in inverno, l'involucro si deteriora, lasciando solo l'impalcatura fibrosa e intrecciata che, come una gabbia, imprigiona la bacca rossa all’interno.
Attenzione: Physalis alkekengi è la specie spontanea italiana, dalle bacche insignificanti, e quasi sempre è questa che si trova in vendita; mentre le altre due specie P. peruviana e P. pubescens, ugualmente decorative, sono quelle che producono i frutti commestibili.

Facile da coltivare
L’alchechengi è una pianta robusta, resistente e decorativa da aprile fino a ottobre, prima per i fiorellini, poi per i frutti. Le sementi, reperibili presso tutti i Centri Giardinaggio, vanno seminate in vasetti a marzo; poi le piantine si trasferiscono in piena terra o in un vaso piuttosto grande. Oppure si possono acquistare le piante già sviluppate, disponibili nei Centri di Giardinaggio da giugno a ottobre, trapiantandole subito in giardino o in un vaso di due misure in più.
Richiedono un’esposizione soleggiata e un terreno ben drenato, fresco e fertile: concimate una volta al mese in estate con un prodotto liquido per piante da fiore. Nella seconda parte dello sviluppo è una pianta assetata d'acqua (2-3 volte a settimana), se vive in vaso.

Fa fare tanta plin-plin
Già i Romani si erano accorti dei benefici sull'apparato urinario e sull'equilibrio idrico dell’organismo. È infatti un toccasana per le vie urinarie: cura e previene i calcoli di ossalato di calcio, calma le infiammazioni e impedisce la ritenzione di urina, accentuando la diuresi; favorisce l'eliminazione dell'acido urico, responsabile di gotta e reumatismi gottosi e, grazie al forte effetto diuretico, accelera il riassorbimento degli edemi localizzati e combatte la ritenzione idrica. La parte più efficace è la bacca (senza il calice), che contiene l’alcaloide fisalina, tannini, glucidi, acido citrico e

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